Gli indici GRI, ESRS e VSME non sono alternative, ma strumenti complementari per raccontare la salute e sicurezza con serietà: GRI 403 per i report volontari e la comparabilità internazionale; ESRS S1‑14 per chi è in CSRD (metriche, governance e doppia materialità); VSME per le PMI non quotate che devono rispondere a clienti e banche. Per RSPP e HSE manager la chiave è un cruscotto integrato di KPI leading/lagging (coerenti con ISO 45004:2024) e benchmark INAIL, da usare anche nella riunione art. 35.  

Cosa tratta :

C’è chi li usa per dialogare con investitori e clienti, chi per allineare HSE e bilancio di sostenibilità, chi perché è ormai obbligato. Nel mare delle sigle, GRI, ESRS e VSME non sono “modi diversi per dire la stessa cosa”, ma strumenti complementari per rendicontare la salute e sicurezza con metriche credibili e comparabili. E per RSPP e HSE manager possono diventare un cruscotto operativo che tiene insieme DVR, obiettivi, indicatori e governance.  

Perché se ne parla adesso

Con la CSRD, le imprese europee devono redigere una dichiarazione di sostenibilità secondo gli ESRS. I primi soggetti hanno iniziato a rendicontare sui dati del 2024 (report nel 2025), con fasi progressive per grandi imprese, PMI quotate e, più avanti, gruppi extra‑UE. Nel 2025 la Commissione ha inoltre avviato un pacchetto di semplificazioni (“Omnibus”) con exposure draft dei revised ESRS pubblicati da EFRAG il 31 luglio 2025 e consulenza tecnica attesa al 30 novembre 2025; fino all’adozione dei testi semplificati, valgono gli ESRS in vigore e il cosiddetto “quick fix”, mentre la direttiva “stop‑the‑clock” ha posticipato di due anni alcune scadenze per i reporter di “seconda” e “terza ondata”. Parallelamente, la Commissione ha pubblicato (30 luglio 2025) una raccomandazione che introduce lo standard volontario per le PMI non quotate (VSME), sviluppato da EFRAG, per rispondere in modo semplice alle richieste di dati ESG provenienti da banche, clienti e filiere.  

Che cosa sono (e come usarli) i tre “binari”

  1. GRI – Global Reporting Initiative (volontario).
    È il framework più diffuso per i report di sostenibilità. La parte H&S è nel GRI 403: copre sistema di gestione, partecipazione dei lavoratori, perimetro di copertura e metriche su infortuni (403‑9) e malattie lavoro‑correlate (403‑10). Molto utile a chi opera in filiere internazionali o a chi vuole dialogare con stakeholder extra‑UE.
  2. ESRS – European Sustainability Reporting Standards (obbligatorio per chi è in CSRD).
    Gli ESRS richiedono doppia materialità e una disclosure strutturata su governance, politiche, processi e metriche H&S. In particolare, ESRS S1‑14 prevede: copertura del sistema salute e sicurezza; fatalità; numero e tasso di incidenti registrabili; casi di malattia lavoro‑correlata; giorni persi (distinguendo dipendenti e non dipendenti quando applicabile).
  3. VSME – Voluntary standard per PMI non quotate (semplificato).
    Pensato per standardizzare le richieste ESG alle micro e piccole imprese, con moduli “Base” e “Completo”. EFRAG ha consegnato il testo tecnico a fine 2024; nel 2025 la Commissione ne ha raccomandato l’uso per alleggerire gli oneri informativi delle PMI fuori CSRD.

In pratica: GRI aiuta a raccontare bene l’HSE in un report volontario; ESRS detta i requisiti legali di chi è in CSRD (con S1‑14 per la sicurezza); VSME offre alle micro‑PMI uno schema snello per rispondere alle richieste della filiera.  

La cassetta degli attrezzi HSE: indicatori, metodi, fonti

Per dare sostanza ai racconti occorrono KPI chiari e replicabili. Oltre ai tassi richiesti dagli standard, è utile costruire un set “misto” leading/lagging seguendo ISO 45004:2024 (linee guida sulla valutazione delle prestazioni OH&S). L’equilibrio tra indicatori di risultato (infortuni, giorni persi) e di processo (near miss, audit, chiusura azioni) evita letture parziali e incoraggia il miglioramento continuo.

Formule operative (coerenti con la prassi UNI 7249):      

  1. Indice di Frequenza (IF) = (n. infortuni × 1.000.000) / ore lavorate.
  2. Indice di Gravità (IG) = (giorni persi × 1.000) / ore lavorate.
  3. Durata Media (DM) = giorni persi / n. infortuni.
    Utili per confronti nel tempo e tra siti, purché si mantengano gli stessi moltiplicatori e criteri di conteggio dei “giorni persi”.

Dati e benchmark italiani.

Per riferimenti settoriali e territoriali: Banca Dati Statistica e Open Data INAIL (serie storiche, infortuni in occasione di lavoro e in itinere, malattie professionali). Quando si confrontano i tassi, usare perimetri e denominatori omogenei rispetto ai propri dati.  

Due tracce pratiche per il tuo report HSE (e per il verbale dell’art. 35)

 

Traccia A – PMI “volontaria” (GRI/VSME‑ready).

1. Messaggio della Direzione on risultati e obiettivi 12 mesi.

2. Materialità e stakeholder HSE.

3. Governance: ruoli (DL, RSPP, MC, RLS), processi chiave.

4. Rischi e opportunità (meccanici, chimici, ergonomici, psicosociali, viabilità).

5. KPI: IF, IG, DM, tasso MP, near miss/100 FTE, % CAPA ≤90 gg, ore formazione procapite, audit/mese, % sorveglianza sanitaria.

6. Appaltatori: criteri, controllo operativo, indicatori base.

7. Obiettivi SMART e piano (owner, budget, scadenze).

8. Metodi e fonti (formule, confini, esclusioni, benchmark INAIL).

 

Traccia B – Imprese soggette a ESRS.

1.ESRS 2: governance, politiche, processi di due diligence e canali di segnalazione.

2. Doppia materialità: impatti e rischi finanziari, inclusa la catena del valore quando materialmente rilevante.

3. S1 (workforce): target quantitativi con baseline e scadenze;

4. Metriche S1‑14: fatalità; numero e tasso di incidenti registrabili; casi di malattia; giorni persi; copertura del sistema H&S (specificando se auditato/certificato).

5. Appaltatori e terzi nelle aree ad alto rischio: metriche e controlli dedicati.

6. Collegamento al controllo di gestione (OPEX/CAPEX HSE) e audit trail dei dati.  

 

Suggerimento operativo: allegare al verbale della riunione periodica ex art. 35 D.Lgs. 81/08 una “one‑page” con IF/IG/DM su base annua e media triennale, near miss, azioni correttive chiuse e principali gap rispetto al benchmark INAIL, così da trasformare il report in agenda di decisione.  

Appalti e catena di fornitura

GRI 403 invita a includere i lavoratori non dipendenti (appaltatori e lavoratori autonomi) quando materialmente rilevanti; ESRS S1 chiede di distinguere tra dipendenti e non dipendenti e di riportare fatalità anche per “altri lavoratori in sito”. Nei cantieri e nelle manutenzioni ad alto rischio, prevedi indicatori dedicati (incident reporting, audit, formazione specifica).  

Che cosa cambia con la semplificazione ESRS 2025

Il mandato europeo punta a ridurre i datapoint obbligatori e chiarire alcuni passaggi (materialità, sovrapposizioni tra standard, interoperabilità con IFRS/ISSB). EFRAG ha pubblicato i draft a luglio 2025 e consegna il parere tecnico a fine novembre 2025; l’entrata in vigore della versione semplificata è attesa non prima dei report 2027/2028, salvo opzioni di adozione anticipata. Fino ad allora si applicano gli ESRS vigenti.  

La rendicontazione della salute e sicurezza non è più un esercizio di stile, ma un tassello strategico per la credibilità aziendale e la continuità operativa. Che si scelga il percorso volontario (GRI, VSME) o quello obbligatorio (ESRS), il vero valore sta nella qualità dei dati e nella capacità di trasformarli in decisioni concrete. Per RSPP e HSE manager questo significa passare da “raccolta numeri” a gestione proattiva, integrando KPI, governance e obiettivi in un unico cruscotto. Perché dietro ogni indice c’è una persona, e dietro ogni report c’è la reputazione di un’impresa che vuole crescere in sicurezza.

 

COSA DICE LA LEGGE

  • CSRD ed ESRS. I primi obbligati hanno rendicontato sull’esercizio 2024 (pubblicazione nel 2025); sono previste fasi successive per grandi imprese, PMI quotate (con opt‑out) e gruppi extra‑UE. Nel 2025 la Commissione ha lanciato il pacchetto “Omnibus” con revisione semplificata degli ESRS (draft 31/07/2025; consultazione chiusa 29/09/2025) e quick fix per i reporter della prima ondata; la direttiva “stop‑the‑clock” ha posticipato di due anni l’entrata in applicazione per “wave 2” e “wave 3”.
  • VSME per PMI non quotate. Il 30 luglio 2025 la Commissione ha adottato una raccomandazione che presenta lo standard volontario sviluppato da EFRAG per ridurre l’onere informativo delle PMI della filiera.
  • GRI. Standard volontari, tra cui GRI 403 su salute e sicurezza (infortuni, malattie, copertura del sistema, partecipazione dei lavoratori).
  • ISO 45004:2024. Linee guida sulla valutazione delle performance OH&S, per costruire indicatori e bilanciare leading/lagging in coerenza con ISO 45001.
  • D.Lgs. 81/2008 (Italia). Resta il quadro di riferimento per obblighi prevenzionistici. L’art. 35 impone la riunione periodica (≥15 addetti) con esame di DVR, andamento infortunistico, DPI e formazione.

INDICAZIONI OPERATIVE

  1. Definisci il perimetro una volta sola. Mappa siti, ore lavorate, addetti (compresi appaltatori in sito). Documenta esclusioni, metodi e fonti dati (HR/payroll, registri infortuni, LMS, sorveglianza, audit). Usa sempre gli stessi denominatori.
  2. Scegli il “binario” giusto.
  3. PMI non obbligate: GRI 403 + VSME (modulo Base, poi Completo).
  4. In CSRD: struttura su ESRS 2 e S1‑14; valuta un raccordo con GRI per comparabilità extra‑UE.
  5. Costruisci il cruscotto HSE.
  6. Lagging: IF, IG, DM, fatalità, tasso MP, giorni persi.
  7. Leading: near miss/100 FTE, audit/mese, % CAPA ≤ 90 gg, ore formazione procapite, % copertura sorveglianza sanitaria, % valutazioni rischio aggiornate.
  8. Standardizza le formule. Pubblica nel metodo:
  9. IF = (infortuni × 1.000.000) / ore; IG = (giorni persi × 1.000) / ore; DM = giorni persi / infortuni. Indica cosa conteggi come “giorni persi” e mantieni i moltiplicatori nel tempo.
  10. Appaltatori: stesso metro, stesse regole. Includi criteri di qualifica, briefing rischi, audit mirati, canale incident reporting e formazione specifica; rendiconta fatalità anche per “altri lavoratori in sito” come chiede S1‑14.
  11. Dati “a prova di errore”.
  12. Automatizza l’estrazione (ore, eventi) con richiami mensili.
  13. Pre‑compila i campi obbligatori (data, reparto, causa, giorni persi) e blocca l’invio se mancano.
  14. Imposta un confronto trimestrale tra registri infortuni, payroll e sorveglianza per coerenza.
  15. Benchmark e obiettivi. Confronta i tuoi tassi con INAIL (stesso ATECO, stesso perimetro) e fissa 3 target SMART/anno (es. −15% IF; 100% CAPA ≤90 gg nei reparti a rischio; +50% audit comportamentali).
  16. Integra nel calendario. Anticipa il verbale art. 35 con una “one‑page” che riassuma KPI, trend triennale e 5 azioni prioritarie con owner e scadenza.
  17. Prepara la transizione ESRS semplificati. Mappa i datapoint oggi compilati e verifica cosa resta “core” nei draft di semplificazione; aggiorna il controllo interno per l’audit trail dei dati.  

Fonti essenziali

  • GRI 403: Occupational Health and Safety (2018).
  • ESRS S1 – Own workforce (Delegated Act).
  • CSRD – Commissione europea (timeline, quick fix, stop‑the‑clock, consultazione 2025).
  • ESRS semplificati – EFRAG (workplan, draft 31/07/2025) + analisi professionali.
  • VSME – EFRAG (rilascio tecnico 17/12/2024) e Raccomandazione CE (30/07/2025).
  • ISO 45004:2024 (performance evaluation OH&S).
  • INAIL – Banca Dati Statistica e Open Data.
  • D.Lgs. 81/2008 (Italia) e art. 35 (riunione periodica).